La fiamma della vita risiede in ognuno di noi sotto forma di una forza primordiale capace di generare nuova vita (“Vis Procreandi”). La stessa energia muove la fila del Centro Vis Procreandi, il cui motore risiede nel tentativo di liberare la forza custodita nell’intimo di chiunque desideri mettere al mondo un essere umano.
Il Centro garantisce per ogni coppia infertile un percorso individuale e personalizzato, basato sull’individuazione delle strategie terapeutiche rispondenti ad ogni specifico quesito diagnostico. Ogni percorso di coppia finalizzato alla realizzazione del desiderio di genitorialità non può prescindere da un iniziale inquadramento, basato su un’attenta anamnesi volta alla raccolta delle informazioni più salienti della storia clinica di ogni singolo paziente.
La prima visita consiste in più momenti diagnostici. All’intervista (anamnesi) della coppia segue l’interpretazione delle indagini di laboratorio (se già precedentemente eseguite) con particolare riferimento alla raccolta degli esami preconcezionali e strumentali (es. isterosalpingografia, spermiogramma). Al colloquio iniziale segue la parte strumentale della visita, strutturata a sua volta nell’esecuzione della visita ginecologica e dell’ecografia, entrambe finalizzate alla realizzazione di una panoramica anatomo/funzionale della pelvi femminile.
L’ausilio di tecnologie di ultima generazione nelle mani di specialisti del settore si realizza nella pianificazione di percorsi terapeutici dedicati e adeguati ad ogni peculiare quadro clinico. Tali percorsi prevedono differenti strategie terapeutiche, strutturate sul principio della gradualità dei trattamenti e sulla loro stessa adeguatezza.
Oltre ai trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) di I e II livello, il Centro garantisce l’opportunità di adottare strategie di preservazione della fertilità, fra cui il social freezing. Per le pazienti che scelgono consapevolmente di procrastinare il momento della gravidanza, infatti, è possibile ricorrere a procedure finalizzate a preservare il patrimonio riproduttivo, la cui entità è strettamente dipendente e proporzionalmente legata alla variabile “tempo”. Attraverso la stimolazione ovarica è infatti possibile ottenere ovociti da congelare, “fermando quindi il tempo riproduttivo” al momento in cui si è realizzata la procedura stessa. Tali strategie presentano il vantaggio di garantire a donne il cui desiderio di genitorialità non vuole realizzarsi nell’immediato ragionevoli probabilità di ottenere la gravidanza, soprattutto quando eseguite in epoca riproduttiva precoce (prima dei 35 anni).
Analogamente al social freezing, strategie di preservazione della fertilità possono e devono essere garantite a qualsiasi donna affetta da problematiche di natura clinica. Nelle pazienti giovani, infatti, patologie autoimmunitarie, genetiche o endometriosi sono causa talvolta di una riduzione precoce della riserva ovarica. In altri casi, i fenomeni alla base dell’esaurimento follicolare precoce restano invece, dal punto di vista eziologico, ancora sconosciuti. Nelle pazienti affette da patologie oncologiche, infine, si delinea un concreto rischio di impoverimento della riserva ovarica, considerando il reale impatto gonadotossico dei trattamenti antineoplastici. Per tali pazienti è possibile ricorrere a percorsi di preservazione della fertilità, finalizzati all’accumulo di ovociti mediante stimolazione ovarica controllata. Tali strategie preventive offrono la possibilità di salvaguardare il proprio patrimonio riproduttivo, sfuggendo ad inevitabili dinamiche di impoverimento della riserva ovarica alla base dei fenomeni di menopausa precoce.